Web 2.0: inganno o realtà?

Il Web 2.0 ha sancito il passaggio dal cosiddetto web statico, popolato quasi totalmente dai più classici siti internet, ad un universo estremamente dinamico ed in continua espansione, grazie agli user generated content, ossia a tutto quel materiale prodotto dagli utenti in prima persona. Infatti nel corso del tempo, specialmente nell’ultima decade, si sono moltiplicati i servizi internet che permettono all’utente, anche privo di capacità informatiche di spicco, di ritagliarsi un piccolo spazio nel mare magno della rete; fra gli esempi più significativi di tali servizi troviamo skype, i forum, i wiki, i blog e tanti altri ancora. Caratteristica peculiare di questi servizi, oltre all’offerta di piattaforme dall’utilizzo intuitivo, è quella della possibilità di interazione fra il possessore della pagina e tutti gli altri internauti che capitino sullo stesso crocevia virtuale. In altre parole la logica è quella dell’estrema democratizazzione dell’inserimento del contenuto e la massima condivisione del sapere. Il vero interrogativo risiede nel capire quante di queste promesse vengano mantenute e quante disattese, perchè se da una parte è vero che chiunque può creare contenuti, dall’altra non è garantito che tale contenuto venga visualizzato da altri utenti e soprattutto non è certo che sia il contenuto più valido a risaltare su quello più scadente. Ma vediamo alcuni esempi pratici

Blog

definizione: “È l’abbreviazione di web log e indica un sito web autogestito dove vengono pubblicate in tempo reale notizie, informazioni, opinioni o storie di ogni genere, visualizzate in ordine cronologico inverso. Il blog è uno strumento di libera espressione, una via di mezzo tra la homepage personale e il forum di discussione, che tiene traccia (log) degli interventi dei partecipanti. Un blog può essere personale, un diario online costantemente aggiornato che tutti possono leggere, oppure può essere uno spazio sul web attorno al quale si aggregano navigatori che condividono interessi comuni.”*

Dalla precedente definizione si evince che una delle caratteristiche fondanti della piattaforma blog risiede nella possibilità di discussione che si deve instaurare fra il possessore del blog e gli utenti che lo visitano. Tale caratteristica è rispettata fintanto che il blog è frequentato da un numero esiguo di utenti, ma vediamo cosa succede quando i visitatori lievitano sensibilmente

Esempio pratico

Il blog del famoso comico-politico  italiano

Il blog del famoso comico-politico italiano

Nel caso del blog di Beppe Grillo, che è peraltro evoluto in altre forme, quali organo di partito e online store, è evidente che i grandi numeri abbiano fatto venir meno la possibilità di dialogo fra il proprietario e gli utenti. Il numero di commenti, che spesso si aggira attorno al migliaio di unità, crea un pandemonio informativo in cui risulta ostico orientarsi e ritrovare un filo logico. Il blog, in questo caso, finisce per assomigliare ad un quotidiano di informazione a cui si possono inviare le classiche lettere al direttore, nella circostanza sotto forma di commenti ai post, ben consapevoli che molto probabilmente il proprio contributo non sarà letto della redazione e verosimilmente nemmeno dalla maggior parte degli altri utenti. Paradossalmente quella vastità di utenti che dovrebbe essere punto di forza e vanto del Web 2.0, a causa dell’information overload, rappresenta un ostacolo al dialogo ed alla visibilità.

Wiki

definizione: un wiki è un sito web che permette ai propri utenti di aggiungere, cancellare o modificare contenuti, attraverso un semplice linguaggio di marcatura oppure un editor testuale. Tali interventi sono generalmente effettuati da utenti registrati, che però nella maggior parte dei casi rimangono anonimi. Si tratta in sostanza di una tipologia di sito basata sulla condivisione della conoscenza, in cui l’utenza dovrebbe vivere in un rapporto totalmente orizzontale, ossia privo di gerarchie. I wiki possono essere generalisti, come la celeberrima wikipedia, ossia occuparsi di ogni ramo dello scibile umano, oppure settoriali, nel caso siano organizzati in modo da focalizzarsi su un singolo argomento come potrebbe essere una saga cinematografica (es. Star Wars Wiki) una saga videoludica (es. Mario Bros Wiki ) e così via.
Il wiki sembra dunque la quintessenza della filosofia della rete, un ambiente democratico e libertario che si esprime di comune accordo, attraverso un’interfaccia rapida ed intuitiva. Tuttavia anche questa tipologia di sito risulta lungi dall’essere quell’eden digitale che in molti cercano, prigioniero anch’esso, come vedremo, di alcune delle sue caratteristiche fondanti.

Esempio pratico

Wikipedia

Wikipedia

Nel caso di Wikipedia, sicuramente il più famoso wiki al mondo e probabilmente uno dei siti più consultati ogni giorno dai miliardi di internauti, la quantità smodata di utenti registrati ed abilitati alla modifica delle pagine, è sicuramente una risorsa, ma può risultare anche un’arma a doppio taglio. L’anonimato dietro a cui si può nascondere il singolo contributore, può spingere a vandalizzare volontariamente una pagine, oppure ad inserire informazioni sbagliate per pura disattenzione o negligenza. Il sito, per proteggersi da refusi più o meno volontari di questo tipo, si è dotato quindi di uno staff in grado di cancellare le supposte imprecisioni ed anche di bloccare ogni possibile modifica ad una determinata pagina. Già questo tipo di organizzazione tradisce una violazione di quel principio paritario a cui si accennava prima, spezzando in parte l’utopia della logica orizzontale del wiki. In secondo luogo lo staff stesso può rendersi protagonista di censure ostinate ed addirittura errate, come ci testimonia per esempio Piergiorgio Odifreddi, sul suo blog ospitato da Repubblica, Il senso della Vita . In un post risalente al settembre 2012, spiega come gli sia stato impossibile per lungo tempo apportare modifiche alla pagina wiki che lo riguardava in prima persona, poichè lo staff non credeva alla sua identità.

* definizione presa da http://www.pc-facile.com

Informazioni su noumenon3

Laureando in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma.
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